ANNO 14 n° 119
Spunto di vista, Pedofilia, i tratti distintivi della malattia psichica
>>>> di Elisabetta Zamparini <<<<
02/01/2015 - 01:09

di Elisabetta Zamparini

VITERBO - La pedofilia si è verificata in tutti i luoghi in cui sono presenti i bambini: in famiglia, nelle scuole, nei centri religiosi, nelle associazionied è una malattia che si inserisce nell’elenco delle parafilie, quindi una perversione sessuale

Con il termine pedofilia si indicano tutte le forme di rapporto etero e omosessuale tra bambini e adulti. Il soggetto pedofilo deve avere più di sedici anni e almeno cinque anni in più del bambino oggetto delle sue attenzioni. Alcuni pedofili sono attratti solo dai bambini e in questi casi si parla di pedofilia di tipo esclusivo, altri hanno attrazione anche verso gli adulti.

 

I comportamenti pedofili vanno dallo spogliare il bambino e guardarlo, fino a rapporti sessuali completi anche con gravi forme di violenza. Queste attività sono giustificate dal pedofilo che le ritiene forme di educazione per il bambino, che ne ricaverebbe anche piacere.

Il pedofilo non ha sviluppato una maturità affettiva, per questo le fantasie e gli impulsi sessuali hanno l’urgenza di essere soddisfatti e le relazioni con gli adulti evidenziano gravi difficoltà.

 

Il soggetto perverso generalmente è immaturo a livello psicosessuale, caratterizzato da passività e infantilismo, con segni di compensazione di carenze affettive; la sua storia, spesso, è segnata da profonde sofferenze rimosse e negate.

I dati in letteratura riportano un’alta percentuale di pedofili che ha subito violenze sessuali da parte degli adulti nell’infanzia. Tra queste esperienze traumatiche si possono trovare anche episodi non vissuti in prima persona o situazioni umilianti sentite con odio e con un forte sentimento di riscatto e vendetta. La perversione così diventa un modo per rivivere il vecchio trauma infantile, questa volta però dall’altra parte: il bambino diventa l’oggetto necessarioper la rivincita rispetto ai traumi subiti.

Come si può ritrovare nella letteratura specializzata, spesso i colpevoli sono proprio i genitori o i membri della famiglia allargata. In questi casi però tutti i soggetti coinvolti tendono a minimizzare, fino a negare completamente l’accaduto pur di mantenere l’effimera integrità familiare. Queste problematiche sono molto complesse ma sottolineano come la pedofilia sia caratterizzata da un clima di negazione psicologica,sia a livello sociale che familiare.

L’aggressore tende a negare in modo massiccio i fatti, la consapevolezza e la responsabilità che è attribuita solo a fattori esterni; spesso incolpa la vittima per le sue caratteristiche accusandola di essere seduttiva. Il pedofilo minimizza la gravità dell’atto compiuto e, sostenendo di avere degli impulsi incontrollabili, nega tutte le fantasie devianti e la progettazione pensata per arrivare all’azione.

La sua attività lo porta a un disagio significativo e alla compromissione in ambito psicosociale, affettivo e familiare. Nonostante ciò non mostra malessere per la sua situazione clinica che per lui è fonte di piacere. Per il pedofilo il disagio è la conseguenze del suo comportamento, che può essere l’allontanamento da casa, dal lavoro e l’isolamento sociale fino alla detenzione.

Per queste caratteristiche è difficile che un pedofilo arrivi a chiedere aiuto, diventa dunque fondamentale la presa di coscienza di chi sta vicino a questa persona, così che possa sostenerlo nell’intraprendere un percorso di trattamento.

Se desiderate approfondire questo o altri argomenti ecco la mail a cui scrivere per suggerire i nuovi articoli della rubrica: elisabetta.zamparini@gmail.com.





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